FAP e AdBlue, la manomissione comporta delle sanzioni anche di natura ambientale

Ovunque, sul web, si legge dei filtri antiparticolato e AdBlue, entrambi "dispositivi ambientali" utili a ridurre gli inquinanti dei motori diesel. Sistemi che richiedono una certa attenzione e relativa manutenzione e che, a sua volta spingono migliaia di utenti a manomettere i propri veicoli pensando di avere risolto tutti i loro "problemi". Cosa si rischiano?
Dei rischi, effettivamente, non si parla mai ma, è sicuramente arrivato il momento di farlo, visto che persino pagine web, account social e voci di corridoio, sono arrivati a consigliare pratiche di manomissione per annullare FAP, DPF e AdBlue - "trascurando" le conseguenze legali di queste azioni. È bene ricordare che secondo l'articolo 78 del Codice della Strada (D.Lgs 285/1992 + Reg. UE 2018/858 + D.Lgs 152/2006) si va incontro anche a denunce penali.
Infatti, modificando il proprio veicolo senza le dovute autorizzazioni, si viola il Codice della Strada, inoltre nel caso di FAP/DPF/AdBlue si va incontro a un vero e proprio reato ambientale con sanzioni penali, oltre a una multa, al ritiro della carta di circolazione e all'obbligo di ripristino del mezzo a proprie spese.
In caso di incidente le cose si potrebbero complicare ulteriormente: le assicurazioni, potrebbero richiedere controlli tecnici sul veicolo, e le cose potrebbero mettersi ancora peggio in caso di manomissioni accertate. Insomma, modificare dispositivi FAP, DPF e AdBlue, oltre a compromettere l'affidabilità del veicolo, vi pone di fronte a importanti responsabilità, non sono interventi da fare a cuor leggero "tanto non se ne accorgerà mai nessuno". I motori diesel sono così progettati e chi ne acquista uno dev'essere ben consapevole che ci saranno dispositivi e additivi da gestire, non basta passare dal "meccanico di fiducia" per risolvere pseudo problemi con delle manomissioni.
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