Se il costo della riparazione è maggiore del valore non sei obbligato a rottamare
La Cassazione è chiamata ad intervenire su un tema spinoso e ricorrente, quante volte avete sentito dire le offriamo una cifra x se rottama il veicolo? In sostanza, l'alta corte ha emesso una sentenza che dà ragione agli automobilisti e torto alle compagnie assicuratrici che, in alcuni casi, costringono gli assicurati a rottamare il proprio veicolo.
Spesso, il costo di riparazione di un’auto sinistrata a seguito di incidente supera di gran lunga il valore commerciale della stessa vettura, mentre il risarcimento della compagnia non va oltre il valore di mercato, indipendentemente dal preventivo del carrozziere. Così, al malcapitato automobilista non resta che rottamare la propria vettura, rischiando di restare a piedi nell’impossibilità di sostituirla magari con un altro usato, troppo costoso. Facciamo riferimento a qualche caso realmente accaduto, come quella di Fabrizio: la sua Renault Clio 1.2 del 2013, con poco più di 90 mila chilometri all’attivo, è stata travolta di notte, mentre era regolarmente in sosta, da un veicolo fuori controllo, riportando danni per 7.900 euro. A fronte dei quali, l’assicurazione offriva, dopo una trattativa, un risarcimento di circa 3600,00 euro, ma comunque non sufficienti per riportare in salute il mezzo. Il caso si è chiuso con la rottamazione della vettura sinistrata.
Ora è arrivato finalmente l'intervento dei giudici. La notizia arriva da Federcarrozzieri, parlando di una "clamorosa" ordinanza pubblicata nei giorni scorsi dalla terza sezione civile della Corte di Cassazione, che "interviene sul settore delle riparazioni auto, bacchettando di fatto le compagnie di assicurazioni che spingono i propri clienti a rottamare l'automobile in caso di incidente quando il costo delle riparazioni supera il valore commerciale della vettura. Da tempo - aggiunge la federazione - i giudici ritengono lecito risarcire riparazioni il cui costo non supera notevolmente il valore di mercato del veicolo, ma ora la Cassazione ha fatto di più: in un caso dove il danneggiato aveva richiesto una somma pari quasi al doppio del valore del veicolo ha infatti chiarito che, pur dovendo tener conto della necessità di non sacrificare specifiche esigenze del danneggiato a veder ripristinato il proprio mezzo, il limite per il risarcimento è che non vi sia un aumento di valore del veicolo".
D'altro canto, per la Cassazione "va considerato che il danneggiato può avere serie ed apprezzabili ragioni per preferire la riparazione alla sostituzione del veicolo danneggiato (ad esempio, perché gli risulta più agevole la guida di un mezzo cui è abituato o perché vi sono difficoltà di reperirne uno con caratteristiche similari sul mercato, o perché vuole sottrarsi ai tempi della ricerca di un veicolo equipollente e ai rischi di un usato che potrebbe rivelarsi non affidabile) e che una piena soddisfazione delle sue ragioni risarcitorie può comportare un costo anche notevolmente superiore a quello della sostituzione". Il presidente di Federcarrozzieri, Davide Galli, esprime così la sua soddisfazione: "È molto difficile che una vettura aumenti di valore dopo essere stata riparata, a meno che non sia sostituito il motore o il cambio. La Cassazione, ribadendo il diritto dei proprietari di auto ad ottenere un risarcimento in caso di sinistro anche quando il costo degli interventi di riparazione supera il valore commerciale della vettura, rivoluziona il settore delle autoriparazioni. Fino ad oggi le compagnie di assicurazioni, che peraltro usano listini con valori commerciali dell'usato del tutto errati e sbilanciati al ribasso, hanno spinto gli assicurati a rottamare le proprie auto sostenendo l'antieconomicità delle riparazioni. Ora, grazie alla Cassazione, sarà finalmente l'automobilista a scegliere tra la riparazione dell'autovettura e la rottamazione".
Fonte Quattroruote
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