Revisioni, novità del decreto ministeriale
Conto alla rovescia per le nuove revisioni. Il decreto del ministero delle Infrastrutture che recepisce nel nostro ordinamento la direttiva 2014/45 sui “controlli tecnici periodici dei veicoli” è infatti alla firma del ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio e sarà pubblicato nei prossimi giorni sulla Gazzetta ufficiale. La data ultima di recepimento, fissata dalla stessa direttiva, è il 20 maggio.
Non cambia la frequenza 4+2. Diciamo subito che poco cambia, nella sostanza, per gli automobilisti. Resta invariata la frequenza dei controlli, il primo dopo quattro anni dall'immatricolazione (entro il mese in cui è avvenuta l’immatricolazione) e i successivi ogni due anni (entro il mese in cui è stata fatta la revisione precedente).
Prima revisione entro i 160 mila km. Quasi certamente, invece, saranno recepiti alcuni punti dell’articolo 5 comma 4: quello che prevede l’obbligo di revisione in seguito a un incidente (attualmente è la polizia stradale a mandare, a discrezione, un veicolo a revisione straordinaria in seguito a un sinistro con gravi danni) e quello che prevede l’obbligo di revisione al raggiungimento dei 160 mila km di percorrenza nel caso in cui questa soglia sia raggiunta prima della prima scadenza temporale, cioè prima del compimento del 4° anno dall'immatricolazione. In questo caso, la revisione successiva decorrerà da questa con la normale frequenza biennale.
Tariffa invariata (per ora). Nulla di nuovo anche sulle tariffe: 45 euro se l’operazione viene effettuata direttamente nelle sedi provinciali della Motorizzazione civile, 66,88 euro se, invece, viene effettuata nei centri privati convenzionati. Invariati anche i tempi di svolgimento dell’operazione, una ventina di minuti, salvo imprevisti.
Nasce il Certificato di revisione. Un’altra novità sarà costituita dal rilascio, alla persona che porterà materialmente il veicolo al controllo, del Certificato di revisione, un “verbale contenente i risultati del controllo tecnico” che sarà messo a disposizione del proprietario del veicolo anche in formato elettronico sul Portale dell’automobilista. Il documento conterrà, oltre ai dati identificativi del veicolo (targa e/o numero di telaio), i risultati dettagliati del controllo, tra i quali quello sull'efficienza dell’impianto frenante e la percorrenza indicata sul contachilometri, dato che peraltro già oggi gli operatori devono inserire nel sistema informatico ministeriale. È probabile, però, che il Certificato di revisione diventi operativo in una fase successiva, probabilmente nel 2018. Salvo diverse disposizioni, il documento si affiancherà alla “fustella” adesiva riportante esito e data del controllo, che si continuerà ad applicare alla carta di circolazione.
Il responsabile tecnico. Un’altra novità, che però non riguarda gli automobilisti, è l’istituzione del responsabile tecnico della revisione. Il cosiddetto “ispettore” non sarà necessariamente un soggetto terzo, come a lungo ipotizzato, ma potrà essere anche un dipendente del Centro revisione (ma non il titolare).
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