Bollo auto, aumenta l’imposta
Non bastano accise dei carburanti alle stelle, polizze Rc auto care come il fuoco, tasse d’ogni genere, superbollo; adesso, ci sono altri rincari per gli automobilisti: lo Stato incasserà ulteriori 45 milioni di euro dall'aumento delle imposte di bollo auto, salite del 10%.
Tutto questo a tre mesi dell’aumento del 30% delle tariffe Pubblico registro automobilistico (PRA) per 40 milioni di euro l’anno. Sono i conti fatti dall'Unasca, l’associazione maggiormente rappresentativa del settore pratiche auto.
Questa imposta di bollo passa da 14,62 a 16 euro, ma non si paga una volta sola, si versa ben quattro volte per ogni immatricolazione, passaggio di proprietà e per ogni minivoltura, e due volte per ogni radiazione. Qualcosa come 8,5 milioni di pratiche all'anno, che porteranno nelle casse dello Stato più di 45 milioni di euro. Va ricordato purtroppo che, per ogni aumento, l’automobilista lo paga almeno il doppio.
Il motivo? Il settore delle pratiche auto prevede un doppio passaggio burocratico per portare a compimento una sola operazione. Perché in Italia esiste un doppio archivio (Pra e Motorizzazione) che comporta doppi passaggi fisici, documentali e fiscali.
Tantissimi soldi che l’automobilista deve tirare fuori proprio in un momento in cui è fortemente sotto stress: il costo della vita, le tasse sull'auto (e il lavoro che barcolla o che non c’è) mettono duramente alla prova chi ha una vettura. Poi toccherà perfino alle accise su benzina e gasolio nel 2014, con altri 75 milioni di euro allo Stato: lo prevede il Decreto “del fare”.
Della serie: mancano i quattrini? Nessun problema: il Governo di turno mette le mani in tasca a chi guida. A prescindere dal colore politico: lo hanno fatto i Governi Prodi (specie col bollo auto), Berlusconi (fra accise e superbollo), Monti (ancora accise e di nuovo superbollo più pesante), e ora tocca a Letta. Chi guida non ha scampo, e si va verso la “de-motorizzazione” del Paese, con le persone che tendono a disfarsi della vettura, nel tentativo di arrivare a fine mese.
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